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25/04/2024

In esclusiva per federcasa l’intervista al Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica dell'Italia Gilberto Pichetto Fratin

Come può la Federazione, con le sue competenze, esercitare un ruolo attivo al servizio del Suo ministero?
La missione che io ho assegnato al MASE è quella di confrontarsi  e dialogare con tutti i soggetti che si propongono come interlocutori del Governo con idee e proposte.  Federcasa possiede e può condividere un enorme bagaglio di conoscenza del patrimonio residenziale pubblico per noi determinante in questo momento storico. Oltre la metà del patrimonio residenziale gestito da Federcasa è classificato ad elevato consumo energetico, immobili che nei modi e tempi che saranno decisi, di certo non quelli inizialmente voluti dalla direttiva case green, dovranno essere efficientati.

Quali sono le ragioni che hanno indotto l’Italia a votare contro la direttiva?
Era inaccettabile e per noi insostenibile la proposta di portare tutti gli edifici in classe D al 2033. Innanzitutto perché in Italia il patrimonio edilizio è un importante luogo di investimento e di risparmio per le famiglie, poi perché il piano - esageratamente vincolante -  non teneva conto della struttura dei fabbricati e della loro data di costruzione. Considerate che quasi i due terzi del nostro patrimonio immobiliare ha mediamente più di 70 anni, come Federcasa sa bene.

L’Italia quindi come si comporterà?
Il voto contrario non vuol dire che abbandoniamo gli obiettivi comunitari per il settore edilizio, né che contestiamo il bisogno di intervenire sui fabbricati,  ma rivendichiamo la possibilità di stabilire una gradualità e intervenire con misure compatibili con la realtà italiana. Per noi la sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con quella economica e sociale.

A cosa pensate?
Certamente benefici di tipo fiscale che, nell’ambito della riforma che stiamo avviando, dovranno premiare di più l’installazione di pompe di calore e l’isolamento rispetto ad altri interventi previsti dalle norme attuali. Un ottimo risultato è quello di essere riusciti a garantire che ogni Paese possa intervenire stabilendo le proprie priorità. Da parte mia garantisco che non c’è alcuna intenzione di stabilire o proporre sanzioni per stimolare il raggiungimento del target. La casa è un bene delle famiglie italiane che questo Governo ha la ferma intenzione di difendere.
 
E per i consumatori in condizioni di difficoltà energetica?
Le misure sopra citate saranno potenziate secondo le linee evolutive individuate nel PNIEC, anche tenuto conto della revisione della direttiva UE sull’efficienza energetica in corso di adozione che prevede che gli Stati membri realizzino una quota dei risparmi energetici cumulativi prescritti nell'uso finale, presso i consumatori in condizioni di povertà energetica, i clienti vulnerabili e, se del caso, le persone che vivono negli alloggi sociali: questa quota deve essere almeno pari alla quota delle famiglie in povertà energetica.

Altre misure adottate dal suo Ministero?
Tra le azioni per la diffusione delle fonti rinnovabili e dell’efficientamento energetico vi è anche il reddito energetico: si tratta di un incentivo pubblico, rivolto alle famiglie a basso reddito, che permette di installare pannelli fotovoltaici sulle abitazioni, con un contributo fino al 100% della spesa, con l'obiettivo di ridurre i costi delle bollette, grazie all’autoproduzione di energia elettrica. Il Fondo nazionale reddito energetico ha una dotazione dal 2022 di 200 milioni di euro, trasferiti dal Fondo di sviluppo e coesione al Fondo nazionale Reddito Energetico.

Le CER sono un possibile strumento sul quale il MASE sta molto puntando?
Assolutamente si. Tra gli strumenti che possono contribuire ad alleviare il fenomeno della povertà energetica, è possibile includere anche le configurazioni di energia condivisa, in particolari le comunità energetiche rinnovabili. Le CER possono apportare benefici di carattere economico e sociale alle famiglie più povere o ubicate in zone rurali e remote.

Serve insomma, quanto mai, sempre maggiore collaborazione tra tutti gli attori coinvolti?
Alla luce di quanto detto, anche in questa nostra conversazione, l’importanza di una maggiore cooperazione istituzionale tra le diverse amministrazioni nazionali e locali competenti sul tema dell’interazione tra misure per la povertà energetica, politiche abitative ed efficientamento nell’edilizia pubblica e privata diventa ancora più evidente e non a caso il confronto avviato in seno all’Osservatorio nazionale per la povertà energetica va anche in questa direzione. In questo ambito saranno oggetto di attenzione anche le azioni mirate a superare le criticità nella raccolta dei dati e nella mappatura delle situazioni locali derivanti dall’incompletezza ed elevata eterogeneità delle banche dati operative, regionali e locali, e dalle specificità dei diversi settori dell’edilizia pubblica e di quella privata. In questo auspico un forte supporto da parte di Federcasa.